Parliamo di Quella Vecchia
Locanda, un gruppo rock italiano che si formò a Roma nel quartiere Monteverde agli
inizi degli anni settanta. I componenti inizialmente erano Giorgio Giorgi alla
voce e al flauto, Raimondo Cocco alla chitarra e al clarino, Romualdo Coletta
al basso, Patrick Traina alla batteria, , Donald Lax al violino, Massimo
Roselli alle tastiere e (per poco tempo) Carlo Mariani al pianoforte.
Il nome fantasioso sembra derivare
dal posto in cui si riuniva inizialmente la band per provare: una vera e propria locanda abbandonata da
tempo.
Durante i primi anni il gruppo si
dedicò ad un’intensa attività dal vivo durante la quale si creò, nell’ambiente
pop romano, una solida reputazione. La vera e propria consacrazione del gruppo
avvenne comunque nel 1972 con l'esibizione al Festival Pop di Villa Pamphili, in
seguito alla quale la band viene scritturata dalla etichetta Help!.
Il Festival Pop a Villa Pamphili nel 1972 |
La Help! era una casa
discografica italiana fondata alla fine degli anni '60 dal produttore
discografico Gianni Dell'Orso che aveva iniziato ad occuparsi di produzioni
discografiche nella Parade records. La Help! era distribuita dalla Rca Italiana
e si occupò di pubblicare in prevalenza dischi di musica pop e di rock
progressivo; oltre Quella vecchia locanda aveva sotto contratto anche i
torinesi Procession e il cantautore Folkaldo, conosciuto in seguito come Franco
Maria Giannini. Inoltre il catalogo comprendeva diversi dischi dei complessi tedeschi
The Rattles e The Sub e del musicista austriaco Eddy Korsche (come Free Action
Inc), stretto collaboratore di Dell'Orso.
Nel 1972 viene quindi pubblicato
l'omonimo album d'esordio del gruppo. Il disco si struttura come un concept
album, con una costante linea musicale melodica attraversata da frequenti
passaggi sinfonici che sottolineano le atmosfere magiche e fiabesche evocate
dai testi, ma non mancano momenti più serrati in classico stile hard progressive.
Vi sono evidenti ispirazioni
classiche e nei fraseggi tra voce e piano le tinte sono spiccatamente vivaldiane. Ed è proprio il
flauto a trovarsi spesso in primo piano, richiamando giocoforza lo stile dei Jethro Tull, Anche il violino
elettrico suonato dal virtuoso Donald Lax contribuisce alla costruzione di un sound che, soprattutto in quei tratti oscuri apportati
dal violino stridulo e dai pianoforti d’accompagnamento, ricorda le sonorità
acide dei Comus di First Utterance, ma ha comunque un registro più solare e
italiano.
L’album si apre con “Prologo”
dove un classicheggiante violino ci introduce nella storia facendosi largo tra un contorno di tastiere, chitarre e flauto. Il
brano si sviluppa con diversi cambi di
tempo che poi lasciano spazio ad una quiete ariosa spezzata nel finale da un
assolo di flauto in stile Ian Anderson. Troviamo nuovamente il violino classico
accompagnato dal flauto in “Un Villaggio, Un'illusione” un brano che con il tempo è divenuto un
classico esempio della progressive music suonata in Italia in quegli anni.
L’arpeggio di chitarra classica
di Cocco accompagnato da un canto di uccelli apre la sognante 'Realtà' che porta l’ascoltatore in una dimensione onirica.
Qui gli intrecci sonori si fanno più convincenti e possiamo trovare diverse similitudini con le
sperimentazioni della Premiata Forneria Marconi e del Banco del Mutuo Soccorso.
In Immagini Sfocate le atmosfere
si fanno più rockeggianti, il ritmo sale e la chitarra di Raimondo prende il
sopravvento. E subito dopo arriva la canzone più bella dell'album Il Cieco. Dirompente l’assolo di flauto che
ricorda sin troppo My God ma che si integra perfettamente nel brano, è sempre
rock duro ma qui mancano i frequenti cambi di tempo del brano precedente. In
Dialogo l’amalgama tra i ragazzi è perfetta, le tastiere in evidenza ci accompagnano
al piacevole ascolto dell'assolo di ottavino di Giorgi. Infine Verso La Locanda
e Sogno, Risveglio e... chiudono l’ottimo lavoro confermando l’ottimo connubio
raggiunto tra la matrice classica ed il rock progressive.
Insomma Quella Vecchia Locanda è
stato certamente un ottimo debutto, le geniali
soluzioni adottate, mai leziose anzi spesso piacevoli ed interessanti e difficilmente
rintracciabili in una giovane band, fanno dell’album uno dei classici del primo
Progressive italiano. Un ultima nota di merito all’art work della copertina che
contribuisce a definire quel contesto sognante e fiabesco evocato dal disco.
Incoraggiati dalla buona
accoglienza ricevuta dall'album, il gruppo intensificò l'attività concertistica partecipando anche alle due edizioni del
Festival di Musica d'Avanguardia e di Nuove Tendenze. Successivamente vi fu un
cambio di formazione, con l'uscita del virtuoso Donald Lax e del bassista
Coletta, rimpiazzati rispettivamente da Claudio Filice e Massimo Giorgi. Nel
1974 il gruppo realizzò il secondo ed
ultimo lp, Il tempo della gioia...ma questa è un’altra storia di cui tratteremo
in seguito.
Titoli dei brani dell'album:
Prologo - 5:01
Un villaggio, un'illusione - 3:53
Realtà - 4:14
Immagini sfuocate - 2:57
Il cieco - 4:14
Dialogo - 3:43
Verso la locanda - 5:17
Sogno, risveglio e... - 5:13
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