James Senese è un sassofonista, compositore e cantante nato a
Napoli durante la seconda guerra mondiale e figlio di un afro-americano. Porta quindi nel sangue l'amore per il blues,
il jazz ed il rock e inizia giovanissimo ad occuparsi di musica negli anni
sessanta e dopo l'incontro con Mario Musella entra a far parte degli Showmen con i quali
incide diversi dischi. Terminati gli anni sessanta il gruppo si scioglie per
poi riformarsi con il nome Showmen2, viene
inciso un lp di musica rock progressivo che, pubblicato dalla BBB una piccola
etichetta napoletana, non riscuote alcun successo.
E' nel 1975 che James forma i Napoli centrale, una formazione
di quattro elementi dediti ad un jazz rock con un chiaro sound partenopeo. Riescono a pubblicare tre dischi
molto apprezzati dalla critica e da una consistente frangia di pubblico. E' in
quel periodo che si aggrega alla band un giovane musicista, Pino Daniele, che
avrà proprio con i Napoli centrale il suo trampolino di lancio nel mondo
musicale.
Negli anni ottanta Senese scioglie il gruppo per poi
riformarlo alla fine del decennio con una nuova formazione, nel mezzo si dedica
alla propria carriera solistica. Nell'ultimo ventennio alterna progetti solistici
a diverse reunion dei Napoli centrale. L'odierna formazione del gruppo vede,
oltre che Senese al sassofono, Ernesto Vitolo alle tastiere, Gigi De Rienzo al
basso e Fredy Malfi alla batteria.
Colgo
l'occasione di un concerto a Roma al Rising love per incontrare il mitico James
Senese durante il sound-check pomeridiano e fargli qualche breve domanda
riguardo alcuni aspetti della sua musica.
Intervista a James Senese, Roma 8 novembre 2014
Ciao James, prima di cominciare, posso darti del tu?
Bene, per cominciare voglio partire da una considerazione: a
partire dall'esperienza con gli Showmen2 e passando per il jazz rock dei Napoli
centrale sei arrivato con i tuoi dischi da solista, come ad esempio E' fernuto
u tiempo, ad un sound nel quale sono presenti importanti sperimentazioni
elettroniche, che importanza ha per te la cultura della sperimentazione?
Per me le
sperimentazioni sono un fatto naturale,
il fatto di utilizzare determinati suoni
è una scelta precisa che faccio da
almeno quarant'anni. Infatti già da allora sperimentavo con il sassofono elettrico
ed il flauto elettronico, ben prima che arrivasse qui in Italia un
certo tipo di musica, a me piace molto trovare nuovi suoni in modo istintivo,
naturale.
La tua musica ha indubbiamente una forte valenza espressiva, anni
fa hai detto che porta le cicatrici delle gioia e dei dolori della vita , ti
poni in un percorso in cui potresti essere descritto come un viaggiatore che
percorre la vita cercando di descriverla. Quello che volevo chiederti James è
se per te questa ricerca è ancora attiva, c'è qualcosa che stai ancora
cercando?
La ricerca è sempre
attiva nel senso che quello che vediamo è essenzialmente quello che c'è attorno
a noi e questa una dimensione è senza inizio ne fine. E' chiaro quindi che la musica che io faccio nasce da quello che ho percepito nel cuore,
ad esempio tendo a vedere il male che a volte trionfa e che è sempre presente ma
poi volgo la mia attenzione sul bene che soffre dall’altra parte, questa è una condizione dalla quale non riesco proprio
a distaccarmi, non posso concentrarmi solo
su una parte, è questa la caratteristica primaria della musica che creo.
Assolutamente no,
l'ispirazione per me è un fatto naturale, una dimensione naturale che vivo da
sempre o almeno da quando ho scoperto di avere dentro qualcosa da dire e da fare. Ma comunque questa ispirazione nel comporre parte sempre dal
contatto con la realtà mentre non riuscirei a comporre qualcosa mettendomi intenzionalmente
a tavolino.
A proposito di composizioni,
c’è qualche artista che sta facendo o ha fatto una ricerca simile alla tua?
Simile alla mia no,
però mi sento molto vicino ad Enzo
Gragnaniello del quale ho un profondo rispetto e posso aggiungere anche Enzo Avitabile. Ci sono sicuramente degli artisti che fanno una
ricerca finalizzata a comunicare qualcosa di positivo al pubblico. Questo è
fondamentale perchè non è importante solo il fatto di suonare, noi infatti ci
proponiamo, attraverso la musica, di cercare anche un'intesa con la gente.
Ma c’è un artista con il quale avresti voluto o vuoi collaborare?
In Italia o anche all’estero?
Beh, all’estero c’è ne
sono tanti. io ho già avuto l'occasione di collaborare con diversi importanti artisti stranieri:
ho lavorato ad esempio con Gil Evans andando
anche a Umbria Jazz, in America ho collaborato con i musicisti di Miles Davis. In italia invece è molto
più difficile perché non c’è una giusta collocazione musicale, noi italiani
siamo dei copiatori, forse Napoli è l’unica
città in Italia dove c’è musica ancora genuina.
A proposito di Miles Davis tu una volta hai dichiarato che
non saresti stato soddisfatto finchè Miles non fosse entrato in classifica...
E’ vero e poi fortunatamente
ci è arrivato con il brano Time after time. (la cover di Cyndi Lauper ndr).
Ma secondo te il contesto musicale italiano è peggiorato o migliorato
rispetto a trenta anni fa?
No, devo dirti che
sicuramente è migliorato.
Se il sassofono non fosse esistito, tu James quale strumento
avresti scelto?
Certamente Il
pianoforte, mi piace molto ed ha una forte espressività.
C’è qualcosa o qualcuno che vorresti ringraziare?
(Guardando in alto)
Soltanto lui, lu Patreternu!
Progetti prossimi , i concerti con Pino Daniele…
Si, la reunion avviene ogni anno , oramai è
divenuta un abitudine.
A questo punto, mentre James si avvia al sound-check, mi
congedo ringraziandolo per la sua grande disponibilità.
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