martedì 3 dicembre 2013

Interrabang ost di Berto Pisano 1970


Berto Pisano è stato contrabbassista, compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra italiano. E’ ricordato soprattutto tra gli amanti delle colonne sonore televisive e tra gli appassionati del jazz italico.  
Musicista e compositore di diverse colonne sonore per il cinema, ma anche di sceneggiati televisivi, dischi jazz, sonorizzazioni e canzoni varie.

Berto cominciò l’attività di musicista in Sardegna, insieme al fratello maggiore Franco Pisano durante l’ultimo conflitto mondiale, all’interno del complesso Quintetto Aster per poi proseguire negli Asternovas che accompagnavano Fred Buscaglione.


Fred Buscaglione con gli Asternovas


Tra le non molte ma sempre interessanti colonne sonore composte, spicca sicuramente quella di Interrabang che fu  ideata per un film giallo/erotico del 1969 che all’epoca era abbastanza fuori dagli schemi in quanto abbinava il genere esotico/erotico con il thriller psicologico. La pellicola fu  diretta da Giuliano Biagetti, da un copione firmato da Giorgio Mariuzzo (primo film e anche aiuto regista) e Luciano Lucignani su soggetto di un fantomatico Edgar Mills.






Il film  comincia con Anna, proprietaria di un atelier di moda, il marito e fotografo Fabrizio, la sorella Valeria e l’indossatrice Maregalit che attraccano con il loro yacht in un isola deserta  nel Mediterraneo per realizzare un servizio fotografico. Proprio li si è rifugiato un evaso, Marco, che in seguito, profittando dell’assenza di Fabrizio allontanatosi in cerca di carburante, fa amicizia con la giovane Valeria. Nel corso del film, alcuni del gruppo moriranno, altri sopravvivranno   e alfine emergerà chiaro un letale complotto nel quale  chi crede di avere ingannato gli altri resterà ingannato.




La colonna sonora uscì nel 1970 all’interno della serie sp 8000 della Rca italiana, in edizione esclusivamente promozionale.
Per questo lavoro il maestro Pisano si avvalse della collaborazione di Edda Dell’Orso come voce solista e di Gino Marinacci, per le diverse parti di flauto traverso e flauto basso.





Il tema principale della colonna sonora, Tema di Valeria, si trova insolitamente alla fine del lato b. L’introduzione di circa un minuto è a affidata a violoncello e chitarra, esplode poi un deciso tema jazzato sostenuto da archi, legni, vibrafono ed una morbida batteria suonata con le spazzole. Il tema viene ripetuto, ma con tempi e chiavi diverse, negli altri brani. Nella prima traccia dell’lp, A piedi nudi sulla spiaggia, si parte con flauto e oboe che insieme sovrastano i vocalizzi di Edda, subentrano poi gli archi che incorniciano lo slow waltz finale. In La scogliera dell’amore, brano breve ma intenso, sono dominanti il pianoforte ed gli archi. Si prosegue con uno dei punti forti della raccolta, è Il colore degli angeli, una splendida bossanova con la brillante voce di Edda in primo piano. Il tema viene esaltato da un’harpsichord sostenuto ritmicamente da un basso molto corposo e da una batteria quasi leggiadra suonata soltanto sui piatti. In Sabbia e mare sopraggiunge l’arpa accompagnata dai violini mentre il brano successivo che chiude il primo lato, lo shake midtempo Little snack bar, si distacca nettamente dal resto dei brani. Qui è l’organo a prevalere lasciando sporadicamente spazio ad una chitarra semiacustica ed all’assolo finale di flauto.
Nel pezzo di apertura del secondo lato, E il sole scotta, Pisano sincronizza il flauto vibrato di Marinacci con i vocalizzi della Dell’Orso, il risultato è suggestivo e dona al brano una timbrica accattivante interrotta successivamente dalla sezione fiati che intona un dinamico swing jazz. In Tramonto sulla scogliera il tema principale  è eseguito dal violino mentre ne La vallata sommersa il lavoro è affidato all’arpa. In Luci sulla baia ritorna l’organo che, con l’effetto tremolo, si intreccia con il flauto basso  prima che gli archi intonino il tema in tempo slow.




La pellicola all’epoca subì un pesante taglio da parte della censura che, attivata dall’ordine di sequestro del giudice Occorsio, prima tolse il film dalla programmazione cinematografica ed eliminò poi ogni traccia della morbida morbosità che pervadeva il film.
Visto nella sua originale interezza Interrabang dimostra di essere un lavoro ben girato e presenta alcune buone trovate stilistiche.   Il giudizio del tempo ha comunque privilegiato la colonna sonora di Berto Pisano che è riuscita a sopravvivere maggiormente nel tempo, a tal punto che l’autore ha riutilizzato alcuni dei brani per Giallo a Venezia di Mario Landi.
Con questo Lp il maestro Pisano ha dimostrato di essere un buon compositore di musiche per film, la raffinata bellezza dell’opera e l’estrema rarità del vinile originale, l’ha fatto divenire nel tempo un pezzo molto apprezzato dai collezionisti di colonne sonore.


venerdì 4 ottobre 2013

Colpo rovente ost di Piero Piccioni 1970

Piero Piccioni, in arte anche Piero Morgan, è stato un pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano. E’ ricordato, insieme con Nino Rota ed Ennio Morricone, come il più famoso autore di colonne sonore cinematografiche in Italia, soprattutto  nel campo della commedia all'italiana.

Musicista e compositore di oltre 300 colonne sonore per il cinema, per sceneggiati televisivi, musiche per la radio, il balletto e l’orchestra, Piccioni iniziò a scrivere colonne sonore già negli anni cinquanta.


Tra le molte colonne sonore composte, spicca sicuramente quella di Colpo rovente,  ideata per un film poliziesco/thriller del 1969 piuttosto innovativo in quanto marcatamente noir e con un deciso look psichedelico. La pellicola fu  ideata e diretta da Piero Zuffi, che per la sua unica regia cinematografica si avvalse della collaborazione di Ennio Flaiano, della partecipazione di Carmelo Bene (egregiamente doppiato da Ferruccio Amendola) e di un esordiente Barbara Bouchet che nel film mostra uno dei primi nudi integrali frontali in Italia.




Il film inizia con il ritrovamento del cadavere di un ricco industriale nelle strade di New York. L'uomo era implicato nel traffico di stupefacenti. Le indagini vengono affidate al capitano della polizia Frank Berin che assume l'identità di un bikers violento per potersi infiltrare nel mondo degli spacciatori. Nonostante venga poi smascherato, il protagonista  riesce comunque a svelare l'identità delle persone che guidano l'organizzazione ma non riesce a scoprire l'autore del delitto. La verità è che l'omicida è proprio lui, ha infatti ucciso l'industriale per riottenere delle indagini che i superiori gli avevano precedentemente tolto.



La colonna sonora uscì nel 1970 pubblicata dalla Rca italiana nella prestigiosa serie sp 8000, che prevedeva una tiratura limitata di circa 1000 copie.




Il primo lato del disco si apre con Colpo rovente, il tema principale, un motivo sorretto da una potente sezione di ottoni che conferisce al brano una caratterizzazione jazz poliziesca. I diversi cambi di ritmo marcati dai breaks di basso e batteria contribuiscono alo sviluppo del brano in crescendo. Notevole l’assolo di trombone di  Dino Piana. Il tema termina con un improvviso colpo di pistola.
Segue il breve brano Kitandù costruito mettendo in primo piano sia il piano che il basso e la batteria. Il basso elettrico con il suo sound pesante si interseca con la batteria che tiene un ritmo in stile Dusty fingers mentre il piano si contrappone alla linea ossessiva del basso. Sul finale vi sono accenni di percussioni.
Identikit si sviluppa come il brano precedente, qui c’è uno xilofono che si muove attraverso percussioni ed effetti vari  ed il tutto conferisce al motivo un sapore esotico.
Lsd è la quarta traccia ed ha un andamento  sperimentale nella prima parte dove l’orchestra, diretta da Piccioni stesso,  sembra intenta nell’accordatura. Inoltre la chitarra lisergica e i diversi rumori sinistri donano al brano un tono ansioso  che dopo alcuni minuti sfuma nella ripresa del tema principale.
Eros è un brano descrittivo che crea un atmosfera onirica e  rilassata , i sopraggiunti  archi vibrati rendono il resto del pezzo inquieto.
Partenza tensiva e disarticolata per Fuoco che dopo pochi secondi riprende il tema del primo brano con vocalizzi femminili e l’ottimo assolo di trombone.




Sul secondo lato la prima traccia è Easy dream, uno dei migliori brani del disco. L’organo hammond, suonato da Antonello Vannucchi, guida il brano con ricorrenti breaks e dona al motivo una forte caratterizzazione funk rafforzata dai possenti interventi della sezione fiati. I vocalizzi femminili , nella parte finale, sottolineano i contrappunti degli ottoni. 
Segue il caratteristico brano China town drugs, qui la contrapposizione tra la celesta e la marimba conferisce alla prima parte una connotazione orientale, che poi lascia spazio ad un tema jazz blues eseguito dal piano.
Red hot riprende, dopo una partenza in tono  suspence, il tema principale.
Mexican dream è un bel tema melodico con l’orchestra di archi diretta da Gianfranco Plenizio, più percussioni varie e piano. Nella melodia ,che si sviluppa con reminescenze brasiliane, è facile trovare i classici stilemi piccioniani. 
Un ottimo motivo lounge è Acapulco dove gli archi accompagnano una melodia al piano che sembra ispirarsi alla bossanova e che in alcuni momenti viene doppiata dall’organo hammond.
L’ultimo brano è l’ennesima ripresa, più breve, del brano principale.






Il film risulta, nel suo sviluppo, abbastanza confuso e con un finale inatteso ma anche improbabile, se la pellicola è passata alla storia lo si deve principalmente per la colonna sonora che, per la sua bellezza e la sua rarità, nel tempo è divenuta molto ricercata dai collezionisti di colonne sonore.

Si può ben dire che il colpo lo ha fatto il maestro Piero Piccioni!

venerdì 6 settembre 2013

Quella vecchia locanda, il primo lp del 1972

Parliamo di Quella Vecchia Locanda, un gruppo rock italiano che si formò a Roma nel quartiere Monteverde agli inizi degli anni settanta. I componenti inizialmente erano Giorgio Giorgi alla voce e al flauto, Raimondo Cocco alla chitarra e al clarino, Romualdo Coletta al basso, Patrick Traina alla batteria, , Donald Lax al violino, Massimo Roselli alle tastiere e (per poco tempo) Carlo Mariani al pianoforte.


Il nome fantasioso sembra derivare dal posto in cui si riuniva inizialmente la band per provare:  una vera e propria locanda abbandonata da tempo.
Durante i primi anni il gruppo si dedicò ad un’intensa attività dal vivo durante la quale si creò, nell’ambiente pop romano, una solida reputazione. La vera e propria consacrazione del gruppo avvenne comunque nel 1972 con l'esibizione al Festival Pop di Villa Pamphili, in seguito alla quale la band viene scritturata dalla etichetta Help!.

Il Festival Pop a Villa Pamphili nel 1972


La Help! era una casa discografica italiana fondata alla fine degli anni '60 dal produttore discografico Gianni Dell'Orso che aveva iniziato ad occuparsi di produzioni discografiche nella Parade records. La Help! era distribuita dalla Rca Italiana e si occupò di pubblicare in prevalenza dischi di musica pop e di rock progressivo; oltre Quella vecchia locanda aveva sotto contratto anche i torinesi Procession e il cantautore Folkaldo, conosciuto in seguito come Franco Maria Giannini. Inoltre il catalogo comprendeva diversi dischi dei complessi tedeschi The Rattles e The Sub e del musicista austriaco Eddy Korsche (come Free Action Inc), stretto collaboratore di Dell'Orso.




Nel 1972 viene quindi pubblicato l'omonimo album d'esordio del gruppo. Il disco si struttura come un concept album, con una costante linea musicale melodica attraversata da frequenti passaggi sinfonici che sottolineano le atmosfere magiche e fiabesche evocate dai testi, ma non mancano momenti più serrati in classico stile hard progressive.
Vi sono evidenti ispirazioni classiche e  nei fraseggi tra voce e piano le tinte sono  spiccatamente vivaldiane. Ed è proprio il flauto a trovarsi spesso in primo piano, richiamando giocoforza  lo stile dei Jethro Tull, Anche il violino elettrico suonato dal virtuoso Donald Lax contribuisce alla costruzione di un  sound che, soprattutto in quei tratti oscuri apportati dal violino stridulo e dai pianoforti d’accompagnamento, ricorda le sonorità acide dei Comus di First Utterance, ma ha comunque un registro più solare e italiano.




L’album si apre con “Prologo” dove un classicheggiante violino ci introduce nella storia facendosi largo tra  un contorno di tastiere, chitarre e flauto. Il brano si sviluppa  con diversi cambi di tempo che poi lasciano spazio ad una quiete ariosa spezzata nel finale da un assolo di flauto in stile Ian Anderson. Troviamo nuovamente il violino classico accompagnato dal flauto in “Un Villaggio, Un'illusione”  un brano che con il tempo è divenuto un classico esempio della progressive music suonata in Italia in quegli anni.


L’arpeggio di chitarra classica di Cocco accompagnato da un canto di uccelli apre la sognante 'Realtà' che  porta l’ascoltatore in una dimensione onirica. Qui gli intrecci sonori si fanno più convincenti  e possiamo trovare diverse similitudini con le sperimentazioni della Premiata Forneria Marconi e del Banco del Mutuo Soccorso.
In Immagini Sfocate le atmosfere si fanno più rockeggianti, il ritmo sale e la chitarra di Raimondo prende il sopravvento. E subito dopo arriva la canzone più bella dell'album  Il Cieco. Dirompente l’assolo di flauto che ricorda sin troppo My God ma che si integra perfettamente nel brano, è sempre rock duro ma qui mancano i frequenti cambi di tempo del brano precedente. In Dialogo l’amalgama tra i ragazzi è perfetta, le tastiere in evidenza ci accompagnano al piacevole ascolto dell'assolo di ottavino di Giorgi. Infine Verso La Locanda e Sogno, Risveglio e... chiudono l’ottimo lavoro confermando l’ottimo connubio raggiunto tra la matrice classica ed il rock progressive.


Insomma Quella Vecchia Locanda è stato certamente  un ottimo debutto, le geniali soluzioni adottate, mai leziose anzi spesso piacevoli ed interessanti e difficilmente rintracciabili in una giovane band, fanno dell’album uno dei classici del primo Progressive italiano. Un ultima nota di merito all’art work della copertina che contribuisce a definire quel contesto sognante e fiabesco evocato dal disco.


Incoraggiati dalla buona accoglienza ricevuta dall'album, il gruppo intensificò l'attività concertistica partecipando anche alle due edizioni del Festival di Musica d'Avanguardia e di Nuove Tendenze. Successivamente vi fu un cambio di formazione, con l'uscita del virtuoso Donald Lax e del bassista Coletta, rimpiazzati rispettivamente da Claudio Filice e Massimo Giorgi. Nel 1974  il gruppo realizzò il secondo ed ultimo lp, Il tempo della gioia...ma questa è un’altra storia di cui tratteremo in seguito.



Titoli dei brani dell'album:

Prologo - 5:01
Un villaggio, un'illusione - 3:53
Realtà - 4:14
Immagini sfuocate - 2:57
Il cieco - 4:14
Dialogo - 3:43
Verso la locanda - 5:17
Sogno, risveglio e... - 5:13





lunedì 2 settembre 2013

1969 Quando i cantanti erano popolari come i calciatori



Alcune pagine tratte dall'albo " Figurine Cantanti 1969"  che presentano la "scuderia" della Rca italiana.
L'albo era incluso nella serie "Le grandi raccolte per la gioventù" delle Edizioni Panini Modena


























giovedì 15 agosto 2013

Vincenzo Micocci, la Parade records e Chetro & Co.



Almeno sino all’inizio degli anni ottanta ci fu in Italia un fiorire di piccole case discografiche, la cui politica  consisteva  nel soddisfare quelle richieste del pubblico che le majors non riuscivano ad intercettare.
Nelle capitale nacquero diverse etichette che spesso ruotavano intorno alla Rca,  della quale  sfruttavano gli studi di registrazione e la distribuzione. Tra le tante posso indicare la Help, L’Apollo, La Picci, La Delta, La Mimo, la Spaghetti, La It e la Parade.
Adesso voglio prendere in considerazione proprio quest’ultima, la Parade.






La qualità dell’esiguo ma prezioso catalogo di questa piccola casa discografica è sicuramente merito di Vincenzo Micocci, direttore artistico della RCA Italiana che, lasciata Roma per ricoprire lo stesso ruolo presso la Dischi Ricordi a Milano, nella primavera del 1966 vi fece ritorno, per lavorare ad nuovo progetto discografico. L’idea di Micocci era  da un lato quella di continuare la ricerca di nuovi talenti, dall'altro quella di proporre  ad un pubblico più vasto le colonne sonore del fiorente cinema italiano dell’epoca.
Fondò quindi la Parade insieme a Ennio Morricone, Nico Fidenco e il paroliere Carlo Rossi. Micocci, nella ricerca di giovani talenti, non tradì le aspettative: uno dei primi 45 giri pubblicati fu infatti quello di un giovane cantautore napoletano,  Edoardo Bennato. L'attività continuò negli anni successivi, e tra gli artisti scoperti e proposti al pubblico vi furono il gruppo napoletano degli Alunni del Sole, i Calipop ed i  Chetro & Co. di Ettore De Carolis, uno dei pochi gruppi psichedelici italiani.



Ettore De Carolis, Marisa Solinas e Gianfranco Coletta


Questo gruppo di Roma, composto da Ettore "Chetro" De Carolis (alla chitarra) e Gianfranco Coletta (anche lui alla chitarra e voce) e coadiuvato dai musicisti Gianni Ripani (basso) e Gegè Munari (batteria),  realizzò per la Parade un singolo: Danze della sera (suite in modo psichedelico) b/w Le pietre numerate, con una splendida copertina apribile in quattro parti.

Come Le Stelle avevano nell'artista Mario Schifano il loro supporter più importante, Chetro & Co. vennero assistiti dal regista Pier Paolo Pasolini, i cui versi (da una poesia chiamata Notturno tratta dalla raccolta L’usignolo della chiesa cattolica) vennero usati come testi per  Danze della sera.






Entrambi i brani propongono particolari sonorità grazie all’ausilio di strumenti ad arco e a fiato, che insieme danno origine ad un unico stile ipnotico, forse più onirico che psichedelico e di chiara derivazione orientale. C’è una attenta cura ad ogni più piccola sfumatura: addirittura, nel brano Danze della sera, De Carolis usò la violaccia, uno strumento ad arco di sua invenzione con 6 o 10 corde che nell'aspetto assomiglia ad una ghironda.
Sul retro, vi è Le pietre numerate, una marcetta acid beat che spatola suoni come fossero colori ed è la trasposizione musicale del collage in copertina, dove,  in una  fantasticheria pop psichedelica di derivazione beatlesiana,  volteggiano Dylan insieme ad Allen Ginsberg, Fellini, Totò, Pasolini che gioca a calcio, Mandrake e gli altri eroi dei fumetti.

Ad un attento ascolto però si può rintracciare la genesi del brano, che è un omaggio al Miles Davis di Milestones del 1958, il tema e l’armonia del brano omonimo sono ricalcate con mano felice dal gruppo romano. Emblematica a tal proposito è la presenza nel collage di una foto di Davis col fido John Coltrane: nell’album Milestones i due cominciarono l’esplorazione  nel  jazz modale che ebbe enorme impatto sulla psichedelia degli anni 60, basti pensare, ad esempio, al brano Eight Miles High dei Byrds.








Purtroppo il disco non ebbe il riconoscimento che meritava, troppo moderno per i tempi e evidentemente troppo ardito nei testi. Venne censurato dalla RAI : "Danze della sera" fu bandita dalla programmazione del popolare contenitore radiofonico "Bandiera Gialla" per la frase "Ormai sono quasi nudo per venire a te".

Un critico  recensì il disco con queste parole: “Con la complicità di Pier Paolo Pasolini, Chetro & C0. hanno combinato un pasticcio intellettual-pschichedelico, noioso, anticommerciale e di scarso effetto. Danze della sera contiene una lirica di Pasolini, piuttosto bella e profonda, se non detta in musica.”: Un’accoglienza frutto dell’arretratezza e dall’impreparazione della critica dell’epoca.






L’avventura dei Chetro & Co.iniziò e terminò con questo 45: Gianfranco Coletta fece poi parte della prima formazione del Banco del Mutuo Soccorso e della Reale accademia di musica, il De Carolis si dedicò ad un folk più schietto, curando anche gli arrangiamenti per alcuni dischi di Francesco Guccini e di Claudio Lolli e compose sigle per la radio e per la tv.

Nell’asfittico panorama rock italiano dell’epoca un gioiello come questo 45 è divenuto con il tempo un disco molto ricercato dai cultori del progressive e della psichedelica italiana,  un vero capolavoro da accostare a dischi come Le stelle di Mario Schifano o il primo lp psichedelico delle Orme Ad Gloriam.



Gianfranco Coletta nel 1967



Ringrazio per le foto della copertina Pasquale Citriniti


Buon Ferragosto a tutti.









venerdì 9 agosto 2013

Chetro & Co. and The Parade records



From September 2013 you will find this post and other new posts on my new blog, I'll be posting on this new blog only in english language, its name is "MUSIC POSTCARDS FROM ROME".

Click the name of the blog, written above, to access it.

At  the beginning of the eighties there was  a great flourishing of small record companies in Italy, whose policy was often that of meeting the demands of the public that the majors could not reach.

In Rome were born different labels that often revolved around the RCA  and which exploited the same recording studios and distribution channels. Among others  we find  Help,  Apollo,  Picci,  Delta, Mimo,  Spaghetti, It and Parade.


Now I wish to spend  few  more words on this latter,  Parade. The quality of the small but valuable  label's repertoire is definitely due to  Vincenzo Micocci, art director of the Italian RCA who, left Rome to cover the same role at the Ricordi Records in Milan;  during the  spring of 1966 he returned  to work on a new recording project. The idea of Micocci was on the one hand to continue the research for new talents, on the other to propose to the blooming Italian cinema industry and ever-growing public, their most interesting  soundtracks as well.
So he founded Parade along with Ennio Morricone, Nico Fidenco and lyricist Carlo Rossi. And Micocci, who was constantly in search for young talents,  did not betray  expectations: one of the first 45 rpm was to be released by  a young Neapolitan singer and composer, Edoardo Bennato. The activity continued in the subsequent years, and among other  artists discovered and proposed to the public Alunni del Sole, Calipop and Chetro & Co. of  Ettore De Carolis, one of the few Italian psychedelic bands.

Ettore De Carolis - Marsia Solinas - Gianfranco Coletta

This Roman group composed by Ettore “Chetro” De Carolis (guitar) and Gianfranco Coletta (voice and guitar) followed by Gianni Ripani (bass guitar) and  Gegè Munari (drums). The group released for Parade a single: Danze della  sera (psychedelic suite) b/w Le pietre numerate, with a wholesome sleeve which could be opened in four parts.  While Le Stelle had in Mario Schifano their most important supporter, Chetro & Co. were assisted by Pier Paolo Pasolini, whose verses picked from a poem called Notturno  from the book L’usignolo della Chiesa Cattolica, were used as lyrics on  Danze della Sera.


Both tracks propose peculiar sonorities thanks to the aid of arch and wind instruments, which together give a unique hypnotic style, perhaps more onirical than psychedelic and of clear oriental influence. There is  careful care in each  aspect : worthy to notice that on Danze della Sera, De Carolis used “la violaccia”  an instrument created by him which had 6 to 10 drone strings and which resembles a hurdy-gurdy (a medieval instrument).
On flip you’ll find Le pietre numerate, an acid beat march which brushes sounds as if they were colors on canvas.  The song has the musical equivalence on sleeve, of clear Beatles’ influence, proposes on a sort of a psych trip:  Dylan together with Allen Ginsberg, Fellini, Totò and Pasolini who plays football, Mandrake and other heroes of comic strips.

Through a careful  listening, however, one can trace back the genesis of the track, which is a tribute to Milestones of Miles Davis (1958, the theme and harmony of the name-like track are traced with a happy hand by the Roman group. Emblematic is the presence of a photo of Miles Davis with trustworthy John Coltrane on the aforementioned collage. On the Milestones album both of them started to explore modal jazz which had an enormous impact on the 60s’ psychedelic sounds, just think about Byrds’ Eight Miles High.





Unfortunately the record did not have the recognition it deserved, too avant-guard for the time and evidently daring on lyrics.  It was censored by RAI Tv : “Danze della sera” was cancelled from the highly popular radio program “Bandiera Gialla” for the lyric “Ormai sono quasi nudo per venire a te” (I am almost naked ready to come to you).
A critical reviewer wrote these words: “With the complicity of Pier Paolo Pasolini, Chetro & Co. have made ​​an awful mess in their attempt to create a self-styled intellectual-psychedelic track. It is boring, anti-commercial and of little effect. Danze della sera  contains a lyric by Pasolini that would be  quite meaningful and deep, if not  put down into music ".  This was the  welcome resulting from backwardness and unpreparedness  of  critical reviewers of the time. 
The adventure of Chetro & Co. begun and ended with this 7-inch. Gianfranco Coletta then became part of the first formation of the Banco del Mutuo Soccorso. De Carolis devoted himself to a more straightforward folk and also arranging some of Francesco Guccini and Claudio Lolli’s records and composed radio and television themes.

In the suffocating Italian rock scene of the time a gem like this 45 has become over time a much sought after record by lovers of Italian progressive and psychedelic music.  True masterpieces such as the above were  Le Stelle of Mario Schifano, Senza orario senza bandiera of New Trolls or the first psychedelic lp  of Le Orme titled Ad Gloriam.

Gianfranco Coletta nel 1967











mercoledì 24 luglio 2013

Il Cantadisco e gli arrangiatori della Rca negli anni 60


Grazie alla scoperta di un lp pubblicato nel 1967 colgo l’occasione per parlare degli arrangiatori della Rca italiana che erano, negli anni sessanta, gente del calibro di Ennio Morricone, Luis Enriquez Bacalov, Franco Pisano, Carlo Pes, Guido Relly.

 Il disco in questione è il Cantadisco, antesignano del moderno Karaoke, in pratica una raccolta di 14 accompagnamenti orchestrali eseguite dalle orchestre Rca e con le quali si ci poteva dilettare nel canto dei successi dell’epoca.

Secondo le note di copertina le basi sono le stesse impiegate per i dischi originali con sovra inciso un organo in sordina per agevolare l’esecuzione vocale dei brani.


La scaletta dei brani è la seguente:
 
La fisarmonica – Ennio Morricone e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Piangi con me – I Rokes (brano non orchestrale)

Quando dico che ti amo – Franco Pisano e la sua orchestra

Domani – Guido Relly e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Ti vedo uscire – Ennio Morricone e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Lui – Luis Enriquez e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Te lo leggo negli occhi – Ennio Morricone e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Bisogna saper perdere– I Rokes (altro brano non orchestrale)

Il mondo -  Ennio Morricone e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Fortissimo - Luis Enriquez e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Se telefonando - Guido Relly e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Vivrò - Guido Relly e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Pensandoci ogni sera – Carlo Pes e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni

Se perdo anche te - Ennio Morricone e la sua orchestra
 



Per chi è abituato a considerare Ennio Morricone come autore di colonne sonore e di musica contemporanea, può risultare strano scoprire la sua attività di arrangiatore di canzoni di musica leggera.

Ennio arrivò in Rca nel 1959 prendendo il posto del maestro Marcello De Martino, si era precedentemente diplomato al conservatorio ed era stato allievo nientemeno che di Goffredo Petrassi,.

L’anno precedente era stato assunto in Rai, ma la sua esperienza in Tv durò poco in quanto rassegnò le dimissioni il giorno stesso dell’assunzione, infatti il lavoro in Rai sarebbe stato solamente  di routine,  le sue composizioni non sarebbero state suonate dall’orchestra e inoltre gli furono subito assegnate mansioni di ufficio.
 

 

Uno dei suoi primi arrangiamenti in Rca  fu per Il barattolo di Gianni Meccia per il quale riuscì, nella parte introduttive della canzone, a sincronizzare il rumore di alcuni barattoli con le ritmiche dell’orchestra.

Il modus operandi di Morricone è molto rigoroso,  è indubbiamente un instancabile lavoratore, i suoi cambi di tonalità e le modulazioni sono raffinatissime e mettono duramente alla prova l’orchestra incaricata di suonarle: nelle sue scelte e nel suo metodo traspare inequivocabilmente la solida preparazione classica.
 

 

Gli anni sessanta sono un decennio di  proficuo lavoro durante i quali vengono alla luce gioielli come Sapore di sale, Il mondo, C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones ed  Il cielo in una stanza, ma  il rapporto con la casa discografica romana era destinato a terminare alla fine degli anni sessanta, quando gli impegni per il cinema divennero troppo pressanti e inoltre, secondo il maestro, si  instaurò una strana situazione: in seguito alla rivoluzione musicale di quegli anni stavano divenendo sempre più pressanti le richieste  della Rca di seguire le nuove tendenze americane.

Tornò poi in Rca nel 1978 per arrangiare il disco Bandierine di Renzo Zenobi,  nel quale utilizzò una nuova sperimentale tecnica di arrangiamento incidendo per ogni brano tre arrangiamenti diversi per poi, nella fase di mixaggio,  sovrapporli e alternandoli tra di loro.

Ma oramai l’epoca delle orchestre volgeva al tramonto e anche la Rca era destinata, negli anni ottanta, a chiudere i battenti.
 


Luis Enriquez Bacalov entrò in Rca insieme a Morricone nel 1959, lui era già un brillante arrangiatore che, appena arrivato in Italia dalla lontana Argentina,  ebbe modo di mettersi in luce  nella casa discografica Cetra, lì collaborò tra gli altri con Claudio Villa (del quale fu, sino alla fine degli anni cinquanta, anche pianista accompagnatore nei concerti) e Milva.

Uno dei primi suoi arrangiamenti fu Il Capello, brano che segnò l’inizio del successo di Edorado Vianello,continuò a mettersi in luce curando gli arrangiamenti degli altri artisti Rca:  Nico Fidenco (notevole quello per “Legata a un granello di sabbia”), Sergio Endrigo, Rita Pavone (memorabile il lavoro per Cuore), Umberto Bindi, Neil Sedaka (il suo arrangiamento per La terza luna contribuì al grande successo del brano).

Poi a causa di contrasti con il Direttore Ennio Melis anche Bacalov lasciò la Rca e si dedicò, negli anni successivi, quasi esclusivamente alla scrittura di musica per il cinema.
 


Bacalov stilisticamente è all’antitesi rispetto a  Ennio Morricone, il suo stile si può definire più semplice e diretto,  ma anche più colorato ed espressivo, con una tendenza all’effettismo  nella sua accezione positiva.


 
Franco Pisano, iniziò la sua carriera di musicista con il fratello minore Berto con il quale, negli anni cinquanta, alternò l’attività jazzistica con l’impegno nel gruppo Asternovas al seguito di Fred Buscaglione. In contemporanea all’attività in Rca era impegnato anche nell’orchestra radiofonica della Rai, ciò gli permise di contare su di un gruppo ben affiatato. La sua formazione era basata sulla musica americana, grazie all’ascolto dei compositori ed arrangiatori d’oltreoceano.
 
Il sodalizio con Tony Renis lo portò a curare gli arrangiamenti di canzoni come Nessun’altra che te,  Quando dico che ti amo e tante altre, comprese le canzoni scritte dal cantante milanese  per altri artisti, come ad esempio  Tenerezza di  Gianni Morandi.
 
 

Carlo Pes si era fatto notare nell’ambiente come chitarrista dell’orchestra di Armando Ttrovaioli:  il legame era molto forte al punto che, lasciata l’orchestra, Pes continuò la collaborazione con il maestro  insieme alla formazione dei Marc 4 (conosciuti anche con il nome di  i Solisti di Armando Trovajoli) con Maurizio Majorana al basso, Antonello Vannucchi alle tastiere e Roberto Podio alla batteria e percussioni.

Alla fine degli anni '50 entrò nell'Orchestra della Rai. ma la sua attività all’epoca includeva anche l’incarico di arrangiatore alla Rca, dove ebbe modo di lavorare con Patty Pravo (Ragazzo triste), Josè Feliciano (Che sarà), Jimmy fontana e Dalida, solo per indicare i più noti.
 
 

martedì 23 luglio 2013

Il Cantadisco and The Italian Rca orchestras




From September 2013 you will find this post and other new posts on my new blog, I'll be posting on this new blog only in english language, its name is "MUSIC POSTCARDS FROM ROME".

Click the name of the blog, written above, to access it.



Thanks to the discovery of an lp releasd in 1967, I seize this opportunity to talk about the great arrangers of the Italian RCA which were, in the sixties, people of the calibre of Ennio Morricone, Luis Enriquez Bacalov, Franco Pisano, Carlo Pes, Guido Relly.

The record in question is  Cantadisco, predecessor of the modern karaoke, basically a collection of 14 tracks performed by RCA orchestras which  delighted us with the hits of the time. According to the back sleeve notes, the basics are the same as those used for the original records with an overdubbed organ arrangement so as to facilitate the vocal performance of the songs.



The track-list is as follows:
La fisarmonica – Ennio Morricone e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Piangi con me – I Rokes (brano non orchestrale)
Quando dico che ti amo – Franco Pisano e la sua orchestra
Domani – Guido Relly e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Ti vedo uscire – Ennio Morricone e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Lui – Luis Enriquez e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Te lo leggo negli occhi – Ennio Morricone e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Bisogna saper perdere– I Rokes (altro brano non orchestrale)
Il mondo -  Ennio Morricone e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Fortissimo - Luis Enriquez e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Se telefonando - Guido Relly e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Vivrò - Guido Relly e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Pensandoci ogni sera – Carlo Pes e la sua orchestra e I Cantori Moderni di A. Alessandroni
Se perdo anche te - Ennio Morricone e la sua orchestra


 

For those who are used to consider Ennio Morricone as an author of movie scores and contemporary music, it might be strange to find out about his activity as arranger of pop music .

Ennio arrives at RCA  in 1959 taking over the place previously occupied by maestro Marcello De Martino. He was awarded  with a Diploma at the Music Academy (Conservatorio) and he was a student of the great Goffredo Petrassi.....The year before he was employed in RAI (Italian Broadcast Radio-TV)  but his experience lasted very briefly because he handed over his resignations the same day he was employed because he felt his work in RAI would have been a routine job, his compositions would never have been performed by the orchestras and soon after  he was deployed to other office duties.





One of his first arrangements was for Il Barattolo of Gianni Meccia for whom he managed, in the introductory part of the song, to synchronize the noise of some tin-cans with orchestral rythmics. The  modus operandi of Morricone is very rigid, he is undoubtly an insatiable worker, the change of sounds and modulations produced by him are very refined and  put the designated orchestra through a very tough challenge in playing them: through his choices and method one can unequivocally  perceive his solid and classical training.


The sixties were a very profitable decade, during which jewels such as Sapore di Mare, Il mondo, C’era un ragazzo che come me che amava i Beatles e i Rolling Stones and Il cielo in una stanza were released , but the working relationship with the Roman label was destined to end due to the movie industry’s demands . According to the Maestro, however, a strange situation came alight: following the music revolution of those years the requests by the RCA to follow the American tendencies also became more pressurizing.  He returned at RCA  in 1978 to arrange the record Bandierine by Renzo Zenobi, where he used a new experimental technique which consisted in three different arrangements of the same track which during the mix phase, were overdubbed and interexchanged. The time of orchestras, however, was coming to an end and also the RCA was compelled, during the eighties, to shut down.


Luis Enriquez Bacalov arrived in RCA together with Morricone in 1959; he already was a recognized  brilliant arranger who, as soon as arrived in Italy from Argentina, he had his own way with the Cetra label: he cooperated, among others, with Claudio Villa (of whom was pianist and supporting musician up to the end of fifties) as well as Milva. One of his first  arrangements was Il Capello which crowned Edoardo Vianello’s  long list of hits. He continued to get further noticed by taking care of arrangements of other RCA artists: Nico Fidenco (remarkable the one of “Legata ad un granello di sabbia”), Sergio Endrigo, Rita Pavone (memorable the work done on the song Cuore) , Umberto Bindi, Neil Sedaka (his arrangement for La terza luna contributed to the great success of the song). Then, following contrasts with the Director Ennio Melis, Bacalov also left the RCA and dedicated the following years almost exclusively to movie scores.

 

Statistically, Bacalov is in net contrast with respect to Ennio Morricone, his style can be defined  simple and direct , more colored and expressive, with a tendency to produce effect in its most positive sense. 

Franco Pisano began his career as musician with his younger brother Berto with whom, in the fifties, interchanged jazz with the Asternovas Band of Fred Buscaglione.  At the same time, while working at RCA he was cooperating with the Radio Orchestra of RAI and this allowed him to count on a  well close-knit group. His training was based on American music, thanks to the listening of composers and arrangers from overseas.
The partnership with Tony Renis allowed him to arrange songs such as Nessun’altra che te, Quando dico che ti amo and many more, as well as other songs written by the Milanese singer and other artists such as Gianni Morandi with Tenerezza.

Carlo Pes got noticed in the environment as the lead guitarist of the Armando Trovaioli Orchestra: the relationship was very strong that when he left the orchestra, Pes continued to cooperate with the maeestro together with the group Marc 4 (also known with the name I Solisti di Armando Trovajoli)  with Maurizio Maiorana on bass, Antonello Vannucchi on  keyboards and Roberto Podio on drums and percussions.
By the end of the ‘50s he became part of the Orchestra Rai, but his role at the time also included that of arranger of RCA, where had the chance  to work, among other famous artists,  with Patty Pravo  (Ragazzo Triste), Josè Feliciano (Que sera), Jimmy Fontana and Dalida.