sabato 1 marzo 2014

Manuele De Sica, musica per film noir


Manuel De Sica è un compositore italiano nato a Roma nel 1949 ed è autore di oltre cento colonne sonore composte per il cinema e la televisione.

Di formazione classica, frequentò i corsi di teoria al Conservatorio di Santa Cecilia, dove studiò con Bruno Maderna. Da ragazzo fondò il gruppo musicale beat The Ancients con il quale incise due 45 giri.
 



Nel 1968 compose la sua prima colonna sonora per il film Amanti, diretto da suo padre Vittorio De Sica. Subito dopo scrisse il commento musicale per la serie televisiva FBI - Francesco Bertolazzi investigatore diretta da Ugo Tognazzi.

Seguirono diverse colonne sonore per vari lavori televisivi e per film quali Io e Dio, esordio del regista Pasquale Squitieri, Cose di Cosa Nostra di Steno, Io non vedo, tu non parli, lui non sente di Mario Camerini e continuò la collaborazione con il padre, per il quale compose le colonne sonore dei successivi Il giardino dei Finzi Contini (con il quale ottenne una nomination all'Oscar), Lo chiameremo Andrea, Una breve vacanza e Il viaggio.


Manuel De Sica nei primi anni ottanta.
 

Manuel De Sica compose e incise anche svariati album di sonorizzazione che, soprattutto negli anni settanta e ottanta, venivano utilizzati per sincronizzare servizi televisivi, telefilm e film di vario genere.

In questo post voglio proporvi un disco di De Sica pubblicato in scarsissima tiratura nel 1981 dalle Edizioni musicali Goldfinger, esso è intitolato genericamente e aggiungerei impropriamente Ballabili vari, il disco contiene 15 brani strumentali abbastanza omogenei tra loro, al punto tale  da caratterizzarsi come una vera e propria colonna sonora per un ipotetico film poliziesco.


 

Il lato A inizia con Baobab, un brano di impostazione jazzistica che, dopo un intro cadenzato e reso inquietante da un piano suonato a martello, si addolcisce dopo che subentra un armonica. Ora ottoni e basso elettrico portano il brano verso atmosfere jazz impreziosite da un lungo assolo di sassofono. Il secondo brano, Indagine, è un blues caldo e brillante grazie anche all’apporto di un piano rhodes caricato con il flanger ed ad un sassofono dal suono affogato ma robusto. Appare anche una chitarra semiacustica mentre la ritmica è leggera: Il batterista rimane sempre sui piatti utilizzando solo le spazzole. Till then è un languido brano d’atmosfera, qui a farla da padrone è il moog,  il sound dello strumento  ricorda  lo stile di Alberto Baldan (sarà lui?), appena dietro vi è la chitarra semiacustica che si intreccia con la linea di basso mentre il batterista rimane con le spazzole e viene, nel finale, coadiuvato da congas.
Segue una versione diversa di Indagine dove manca la chitarra. Aspettando è il brano successivo, si presenta con un fraseggio di basso che ricorda molto il riff di Papa was a rolling stone. Si potrebbe aspettare un brano funk-soul ma l’atmosfera del pezzo è invece decisamente suspence con continui riff di chitarra distorta e breaks di sintetizzatore. Il batterista, ancora con le spazzole, sembra arrancare in sottofondo. Con Swinging Venice l’atmosfera si fa più intima e positiva, è un Jazz waltz il cui tema principale è suonato prima da una tromba e poi dalla chitarra semiacustica, appena dietro Il rhodes e il piano si incrociano  creando un tappeto sonoro che sostiene la melodia. Per te, un vero e proprio adagio, è svolto ritmicamente dal rhodes mentre il tema principale, di stampo classico, è suonato addirittura da un oboe.
 
 



Apre il lato B Detective: si parte con dei fiati in sovrapposizione che eseguono un tema quasi puerile che lascia subito spazio a ritmiche funk-jazz con il piano e il basso in evidenza. La batteria è insolitamente possente, corposa e sostiene il brano in midtempo insieme ad una chitarra clippata. Segue Es-pa-na un brano fortemente descrittivo eseguito con poche note. La chitarra acustica fraseggia con il rhodes che ha un leggero riverbero.  Dixie, come lascia intendere il titolo, è un brano in stile anni 30 con un trombone che guida il tema, ci sono anche dei breaks di ottoni mentre un banjo sostiene la parte armonica. In Pedale la parte principale è cantata, parliamo di vocalizzi scat che vengono intervallati da riffs di tromba e da una chitarra in flanger. Sub-terra memores è un brano atmosferico con suoni elettronici e campane tubolari. Il tredicesimo brano è Luna park, di nuovo un jazz waltz, ora la tastiera che esegue la melodia è un harpsichord, sul finale del brano subentra una tromba che da al pezzo un carattere anni trenta. Ritornano le atmosfere thriller con Paura del buio, una chitarra elettrica con un sound psichedelico  crea l’atmosfera tipica dei film poliziotteschi. L’ultimo brano, Ah ah ah, è l’ultima perla del disco, qui una vocalist femminile vocalizza  sul tema in modo sensuale ma anche irrequieto.
 
Dal disco furono tratti alcuni brani per sonorizzare il film tv Il Commissario di Florestano Vancini trasmesso dalla Rai nel 1982. Questa sonorizzazione, a causa della sua estrema rarità è pressoché sconosciuta, anche nell’ambito ristretto dei collezionisti del vinile. Meriterebbe sicuramente maggiore fortuna sia per la sua bellezza sia  per la statura dell’autore.     

 

 

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