martedì 17 febbraio 2015

Il Piper Club di Roma compie 50 anni


Il 17 febbraio del 1965, esattamente 50 anni fa, apriva il Piper Club a Roma, in via Tagliamento, un locale che sin dalla sua progettazione fu creato e ideato per soddisfare il desiderio di novità e trasgressione dei ragazzi dell'epoca e  divenne velocemente il più importante club di musica per i giovani, un vero e proprio tempio della cultura beat. Ideatori di questo locale furono Giancarlo Bornigia e Alberico Crocetta. Il locale venne aperto al posto di un ex deposito di mobili che era stato inizialmente costruito come cinema ma a causa di mancate licenze non era stato mai aperto.
 
 

 
Per i lavori venne interpellato lo studio di architettura  Pinini & Capolei che a sua volta si affidò a Claudio Cintoli, l'artista lavorò oltre un anno alla scenografia del locale realizzando la bellissima opera sul palco intitolata II giardino di Ursula. Inoltre il Piper, a differenza di altri locali, aveva due piani che erano in comunicazione l'uno con l'altro e quello superiore si sviluppava su dei piccoli balconcini laterali che consentivano, a chi non voleva mettersi troppo in evidenza, di poter partecipare  senza mettersi necessariamente in mostra. il Piper consentiva quindi sia ad i vip in cerca di privacy sia ai ragazzi più timidi di esserci comunque, magari evitando di ballare, visto che la musica era talmente straordinaria da poter essere anche "solo" ascoltata.
 
 
 

Per pubblicizzare l'inaugurazione  del locale romano fu stampata un variopinto biglietto sul quale era elencato il programma della serata d'apertura che prevedeva l'esibizione dei Rokes con la partecipazione, come gruppo spalla,  dell'allora semi-sconosciuto complesso dell'Equipe 84.
 
 
I Rokes al Piper
 

Moltissimi artisti e band  fecero poi almeno una serata al Piper ed infatti il locale vide il debutto di quasi tutti i nuovi protagonisti della nuova musica leggera italiana: Caterina Caselli, Patty Pravo,  I Pooh, Le Orme e tanti altri.


 



Ma furono soprattutto i gruppi inglesi che erano nel frattempo approdati in Italia a caratterizzare la scena del locale, infatti oltre ai Rokes salirono sul palco i Motowns da Liverpool, i The Sorrows con il loro ruvido blues-beat, i celeberrimi  Primitives del cantante Mal, ma ci furono anche i Renegades, i Casuals della scuderia di Gino Paoli, Mike Liddel e gli Atomi, i Doc Thomas Group (che in seguito diverranno i futuri Mott the Hoople) ed altri ancora. Venne addirittura inciso per la Piper Club series della RCA un fantastico album dal vivo, Una serata al Piper, anche se bisogna dire che il disco in realtà fu registrato dal vivo ma negli studi della casa discografica dove vennero anche aggiunte le urla del pubblico.
 
 
Il disco Una serata al Piper edito su Piper Club series della Arc
 

Naturalmente tutti i gruppi italiani che suonavano il beat passarono a Via Tagliamento, come ad esempio i Camaleonti, i Corvi, i Nomadi, i New Dada di Maurizio Arcieri e tanti altri compresi molti cantanti che, anche se non erano beat, per avere un po' di notorietà si presentarono su quel palco, che in quegli anni era il luogo giusto per farsi notare. Comunque i veri protagonisti del locale erano i ragazzi che si ritrovavano al Piper Club anche solo per il gusto di stare insieme, per ascoltare musica bellissima, per scambiarsi opinioni  ed anche per vedere la quotidiana passerella di personaggi, famosi o comunque sulla via del successo. 
 
 
Anche Claudio Villa ha suonato al Piper!
 
 
Il Piper di Roma era infatti un luogo conosciuto bene anche all'estero e il pubblico che lo frequentava era composto anche da attori, registi ed altri personaggi dello spettacolo che erano di passaggio nella capitale.
L'aria che si respirava era veramente elettrica ed anche un evento in apparenza mondano, nascondeva un sentimento di protesta come, per esempio, quando nell'ottobre 1967 fu organizzata una festa dei fiori, sull'onda della nascente cultura hippy.
 
Il biglietto d'invito alla Festa dei fiori
 
 
Per l'occasione  arrivò dall'Inghilterra una ragazza Dj a mettere i dischi, probabilmente quella fu la prima esperienza italiana di un disc jockey ed era una donna! Il primo brano che mise fu Wack Wack  dei Young Holt Trio.




Memorabili anche le serate in cui Mario Schifano, il grande artista, presentò il gruppo musicale Le Stelle di Mario Schifano, la risposta italiana ai  Velvet Underground il gruppo capitanato da Lou Reed e John Cale e creato da Andy Warhol.
 
 
Mario Schifano al Piper Club
 
Oppure quando Tito Schipa Jr. mise in scena Then an Alley, la prima opera beat al mondo, questa esperienza portò successivamente Schipa a realizzare l'Orfeo 9, un altro musical rock degli anni '70, al quale parteciparono tanti giovani che già avevano frequentato il Piper: Renato Zero e Loredana Berte per esempio.
 
 
 

Forse l'unico grande gruppo che venne a Roma e  non suonò al Piper fu la mitica Jimi Hendrix Experience che si esibì al Teatro Brancaccio in una serie di concerti organizzati dal locale rivale Titan club. Suonarono invece al Piper nella primavera del 1968 i Pink Floyd.
 
 
 

Durante gli anni 70 il Piper, oltre ad ospitare molti gruppi rock come ad esempio i Genesis, organizzò una kermesse che vide sfilare la maggior parte dei gruppi rock progressivi italiani, la manifestazione si svolse nel periodo in cui andava in onda il Programma televisivo Canzonissima e prese così il nome di  Controcanzonissima. Ci fu la partecipazione di gruppi come la PFM, i New Trolls, Gli Osanna, , Le Orme, La Nuova Idea, i Delirium, i Trip, Raccomandata con Ricevuta Ritorno, il Rovescio della medaglia ed altri. Negli anni '80 arrivano al Piper i gruppi punk e new wave tra i quali i Plasmatic di Wendy O. Williams ed i mitici Blondie di Debby Harry.

Il locale oggi rimane principalmente una discoteca, manca oramai da tempo una vera cultura musicale che possa riconsacrare  il locale alla musica dal vivo.

 


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